Elezioni regionali Veneto: ecco chi vincerà secondo l’intelligenza artificiale, partito per partito

Manildo Stefani sondaggi liste

 Con la presentazione ufficiale delle liste e la definizione di tutti i candidati in campo per le elezioni regionali in Veneto del 23 e 24 novembre, lo scenario è ora chiaro e immutabile. Abbiamo quindi chiesto a un sistema di intelligenza artificiale di andare oltre le proiezioni generiche, elaborando un’analisi dettagliata basata proprio su questo quadro definitivo. Il risultato è uno sguardo che non si limita a prevedere, ma pesa la forza specifica di ogni singola lista, incrociando dati storici, dinamiche recenti e la reale composizione delle coalizioni. Un’analisi più profonda e granulare rispetto ai tradizionali sondaggi, calata sulla realtà delle sedici forze politiche che si contenderanno i seggi in Consiglio Regionale.”

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Questa analisi approfondisce il quadro politico regionale dopo che, in un precedente articolo consultabile qui, ci eravamo concentrati sulla sfida tra i principali candidati governatori, Stefani e Manildo. Ora, ecco un aggiornamento fornito dall’IA con l’analisi dettagliata delle forze in campo.

Il verdetto per il prossimo governatore del Veneto appare, secondo le proiezioni, piuttosto netto: il candidato del centrodestra, Alberto Stefani, gode di un vantaggio difficilmente colmabile, proiettato verso una vittoria tra il 60% e il 64%. Il suo avversario del centrosinistra, Giovanni Manildo, si attesterebbe tra il 36% e il 40%. Ma la vera partita, quella che definirà gli equilibri di potere nel prossimo Consiglio Regionale e il futuro politico della regione dopo l’era Zaia, si gioca sul peso delle singole liste. È qui che si combattono le battaglie decisive: la lotta per la supremazia nel centrodestra tra Fratelli d’Italia e Lega, la capacità del Partito Democratico di consolidare il suo ruolo di opposizione e il destino delle formazioni minori, in bilico sulla soglia di sbarramento.

La battaglia nel Centrodestra: Fratelli d’Italia vede il sorpasso, la Lega resiste sul territorio

La coalizione a sostegno di Alberto Stefani è la grande favorita, ma al suo interno è in corso un riposizionamento storico. Se alle Regionali del 2020 il dominio della “Lista Zaia” (44,6%) e della Lega (16,9%) era stato assoluto, oggi lo scenario è radicalmente cambiato. Le elezioni europee del giugno 2024 hanno segnato una svolta epocale per il Veneto: Fratelli d’Italia è diventato il primo partito con un impressionante 37,58%, relegando la Lega al 13,15%.

Questa dinamica nazionale si rifletterà inevitabilmente sulla competizione regionale. Fratelli d’Italia, forte del traino di Giorgia Meloni e di un’organizzazione locale sempre più capillare, punta a confermarsi come prima forza politica anche in Veneto, un risultato che fino a pochi anni fa sarebbe stato impensabile. Le proiezioni attribuiscono al partito una forbice compresa tra il 29% e il 33%.

La Lega, pur indebolita rispetto al passato, gioca in casa. Il radicamento territoriale, la scelta di un candidato governatore espressione del partito come Alberto Stefani e l’eredità politica di Luca Zaia rappresentano un patrimonio che non va sottovalutato. Nonostante il crollo alle europee, in un’elezione regionale il Carroccio è atteso a una performance migliore, stimata in una forbice tra il 16% e il 20%. La vera sfida per Stefani sarà contenere l’emorragia di voti verso FdI senza perdere l’identità leghista.

Completano la coalizione partiti con ambizioni più contenute. Forza Italia, che alle europee ha ottenuto un buon 8,58%, potrebbe confermare la sua vitalità, posizionandosi tra il 6% e l’8%. Le liste minori, Noi Moderati Civici per Stefani, l’UDC e la Liga Veneta Repubblica, si divideranno una quota del consenso, giocando un ruolo di complemento alla coalizione e puntando a portare consiglieri eletti nelle province più forti.

Il centrosinistra a trazione PD: tenere l’argine e valorizzare gli alleati

Per Giovanni Manildo e la sua ampia coalizione di centrosinistra, la sfida è duplice: mobilitare un elettorato storicamente in difficoltà in Veneto e dimostrare che un’alternativa di governo è possibile. Il perno dell’alleanza è, senza dubbio, il Partito Democratico. Secondo partito alle europee con il 18,88%, il PD punta a consolidare questa posizione, rappresentando la spina dorsale dell’opposizione in Consiglio Regionale. La stima per i dem si attesta in una forbice tra il 17% e il 21%.

Il Movimento 5 Stelle, che alle regionali del 2020 non superò la soglia di sbarramento, oggi si presenta in coalizione, un fattore che potrebbe garantirgli rappresentanza. Il risultato delle europee (4,85%) suggerisce un potenziale limitato ma non trascurabile, con una previsione tra il 3% e il 5%.

Un ruolo significativo potrebbe essere giocato da Alleanza Verdi e Sinistra, che dopo l’ottimo 6,09% delle europee, punta a confermarsi come forza emergente anche a livello regionale. Per AVS si stima una forbice tra il 4% e il 6%. Il successo della lista dipenderà dalla sua capacità di attrarre il voto giovanile e urbano.

La galassia delle liste civiche e minori a sostegno di Manildo è fondamentale per allargare il bacino elettorale. Uniti per Manildo, che aggrega le anime riformiste e centriste (Azione, Italia Viva, +Europa), e Le Civiche Venete potrebbero complessivamente raccogliere un risultato importante. Le altre formazioni, Volt Europa e Pace Salute Lavoro Rifondazione Comunista, si rivolgono a nicchie più specifiche e il loro contributo si prevede più marginale.

Gli outsider: tra voto di centro e protesta anti-sistema

Fuori dalle due coalizioni principali si muovono tre candidati con le rispettive liste, che cercano di intercettare segmenti di elettorato scontenti.

Fabio Bui con i suoi Popolari per il Veneto si rivolge all’area di centro, a quell’elettorato moderato e di ispirazione cattolica orfano di una rappresentanza stabile. Bui, ex presidente della Provincia di Padova, è un volto noto, ma la sua sfida sarà superare la soglia di sbarramento. Per la sua lista si prevede una forbice tra il 2% e il 4%.

All’estremo opposto si colloca Marco Rizzo con Democrazia Sovrana e Popolare. La sua proposta politica, che unisce temi della sinistra radicale a istanze sovraniste, si rivolge a un elettorato fortemente critico verso l’Unione Europea e le politiche tradizionali. Il suo potenziale è stimato tra l’1% e il 2%.

Infine, Riccardo Szumski, medico noto per le sue posizioni critiche sui vaccini durante la pandemia, guida la lista Resistere Veneto. Questa formazione si candida a raccogliere il voto di protesta e anti-sistema, con un focus su temi come la sanità e l’autonomia. Il suo bacino elettorale potrebbe garantirgli un risultato non trascurabile, previsto tra il 2% e il 4%.

Stima del voto alle Liste – Regionali Veneto 2025

Candidato PresidenteListaForbice % StimataNota Metodologica
Alberto StefaniFratelli d’Italia29% – 33%In crescita, punta a diventare primo partito. Baseline Europee ’24 corretta per “effetto regionale”.
Lega16% – 20%In recupero rispetto alle Europee grazie al radicamento e al candidato governatore.
Forza Italia6% – 8%Stabile, capitalizza il buon risultato delle Europee ’24.
Noi Moderati Civici per Stefani1% – 2%Voto legato a candidati locali e notorietà civica.
Unione di Centro-Udc0,5% – 1%Punta a intercettare il voto moderato e di tradizione democristiana.
Liga Veneta Repubblica0,5% – 1%Si rivolge all’elettorato autonomista storico.
Giovanni ManildoPartito Democratico17% – 21%Solido, si conferma perno della coalizione.
Alleanza Verdi e Sinistra4% – 6%In crescita, cerca di confermare il trend delle Europee.
Movimento 5 Stelle3% – 5%Beneficia della coalizione per superare lo sbarramento.
Uniti per Manildo2% – 3,5%Attrattività nell’area centrista e riformista.
Le Civiche Venete1% – 2%Raccoglie il voto del civismo locale di centrosinistra.
Volt Europa1% – 2% (aggregato)Voto d’opinione e giovanile.
Pace Salute Lavoro Rifondazione Comunista
Fabio BuiPopolari per il Veneto2% – 4%Sfida per lo sbarramento, punta al voto moderato.
Riccardo SzumskiResistere Veneto2% – 4%Raccoglie il voto di protesta e anti-sistema post-pandemia.
Marco RizzoDemocrazia Sovrana Popolare1% – 2%Nicchia di voto euroscettico e di sinistra radicale.

Nota Metodologica: Le stime si basano sull’analisi dei risultati delle Elezioni Europee 2024 e Regionali 2020 in Veneto, corretti per tenere conto dello storico scostamento tra voto politico e regionale, del “fattore candidato” e delle dinamiche di competizione interna alle coalizioni. Le forbici riflettono il margine di incertezza legato all’affluenza e agli eventi dell’ultima fase di campagna elettorale.

Una vittoria annunciata, ma un Consiglio regionale tutto da scrivere

In conclusione, mentre la vittoria di Alberto Stefani appare molto probabile, il vero cuore della competizione elettorale veneta risiede nella performance delle liste. Le elezioni del 23 e 24 novembre non si limiteranno a incoronare il successore di Zaia, ma ridisegneranno la mappa del potere politico regionale. Il sorpasso di Fratelli d’Italia sulla Lega all’interno del centrodestra sembra lo scenario più plausibile, un evento che avrebbe profonde conseguenze sulla linea politica della futura giunta. Nel centrosinistra, il Partito Democratico dovrà dimostrare di poter guidare un’alleanza plurale, mentre il destino delle liste minori, dentro e fuori i poli principali, dipenderà dalla loro capacità di intercettare il malcontento e superare l’asticella dello sbarramento. Sarà la somma di queste battaglie a determinare il volto del Veneto di domani.