Microsoft e OpenAI: alleanza da 135 miliardi e trimestre record. La nuova era dell’AI è iniziata

OpenAI cambia pelle e Microsoft ne diventa il primo azionista. Con una quota del 27% e un investimento valutato in circa 135 miliardi di dollari, il colosso di Redmond consolida la propria posizione nel cuore della rivoluzione dell’intelligenza artificiale generativa.

L’accordo arriva a pochi giorni dall’annuncio di OpenAI di trasformarsi in una Public Benefit Corporation (PBC), una società a scopo di pubblica utilità che formalizza l’impegno a sviluppare sistemi di IA “a beneficio dell’umanità”.
La nuova struttura sostituirà il precedente modello “for-profit limitato”, che limitava il ritorno economico degli investitori e garantiva una parte no-profit legata alla missione originaria.

Un patto industriale e strategico

La partnership tra Microsoft e OpenAI risale al 2019, ma questa operazione segna una vera svolta. Oltre alla partecipazione azionaria, OpenAI si è impegnata ad acquistare 250 miliardi di dollari in servizi cloud Microsoft Azure, confermando la centralità dell’infrastruttura di Redmond per l’addestramento e la distribuzione dei modelli generativi.

L’intesa, presentata come “il nuovo capitolo della collaborazione”, consolida un rapporto industriale che ha già portato ChatGPT, Copilot e DALL·E nei prodotti Microsoft, ridisegnando l’ecosistema digitale e aprendo la strada a una più stretta integrazione tra software, cloud e IA.

Trimestre da record. Cloud e IA spingono i conti

Sul fronte economico, il primo trimestre dell’anno fiscale 2026 (chiuso il 30 settembre 2025) conferma l’impatto positivo di questa strategia.
Microsoft ha registrato un fatturato di 77,7 miliardi di dollari (+18%) e un utile netto di 27,7 miliardi (+12% su base annua).

Secondo Satya Nadella, presidente e CEO, “la nostra fabbrica di cloud e intelligenza artificiale su scala planetaria sta promuovendo un’ampia diffusione e un impatto concreto”.
L’azienda continua ad aumentare gli investimenti “in capitale e talenti”, segnale che l’intelligenza artificiale non è più un esperimento di laboratorio ma il motore strutturale della crescita.

Una partnership sotto osservazione

La nuova configurazione rafforza il dominio tecnologico di Microsoft ma apre anche interrogativi sulla concorrenza e sulla governance.
Il gruppo resta formalmente un partner e non un controllante di OpenAI, ma il peso economico e infrastrutturale dell’accordo ne fa un attore determinante.

Le autorità antitrust europee e statunitensi osservano con attenzione la situazione, in un contesto in cui l’AI Act europeo e le nuove norme sulla trasparenza dei modelli di base intendono garantire un equilibrio tra innovazione, sicurezza e concorrenza leale.

L’intelligenza artificiale entra nella fase industriale

Con i conti in crescita e una partecipazione strategica nel principale laboratorio di IA generativa al mondo, Microsoft segna l’inizio di una nuova fase industriale dell’intelligenza artificiale.
Una fase in cui il confine tra piattaforma tecnologica e produttore di conoscenza si fa sempre più sottile — e dove la sfida non sarà più solo creare nuovi modelli, ma governarne l’impatto economico e sociale.