Abbiamo chiesto a un sistema di intelligenza artificiale, ChatGPT, di immaginare l’esito delle elezioni regionali in Puglia, concentrandosi in particolare sulle liste e sui candidati alla presidenza. Il risultato è un’analisi basata su dati, dinamiche storiche e segnali recenti, che offre uno sguardo diverso dai tradizionali sondaggi: ecco cosa ci ha risposto.
Il 23 e 24 novembre 2025 i pugliesi torneranno alle urne per eleggere il nuovo Presidente e il Consiglio regionale. Secondo il nostro modello di analisi avanzato – che integra dati storici, sondaggi recenti e “sentiment” dal web – il favorito è Antonio Decaro, ex sindaco di Bari e candidato del centrosinistra. A sostenerlo c’è una coalizione ampia di forze progressiste (PD, Verdi/Sinistra, civiche e forse anche M5S) e un consenso personale molto alto: le rilevazioni preliminari (non ufficiali) indicano il suo gradimento ben oltre il 60% nell’elettorato di sinistra.
Decaro ha un curriculum da veterano della politica locale: presidente dell’ANCI, eurodeputato PD, sindaco di Bari per due mandati. La sua popolarità deriva da un’immagine di amministratore serio e vicino alla gente. Durante la presentazione della sua candidatura a Bisceglie ha parlato di “nuovo progetto politico” per la Puglia, promettendo di mettersi a servizio della comunità regionale. Ad attaccarlo sono stati soprattutto i suoi avversari interni di partito, poi ricomposti; nelle liste a suo sostegno si annovera anche l’ex governatore Nichi Vendola, ora in campo con la lista Avs per favorire i giovani talenti nel consiglio regionale. Il centrosinistra punta molto sulle esperienze civiche: nella lista “del Presidente” di Decaro ci sono un’attrice, un medico oncologo, una sindacalista e altri professionisti, in un chiaro messaggio di rinnovamento e collegamento con la società civile.
Sul fronte opposto, il centrodestra ha scelto all’ultimo momento Luigi Lobuono, imprenditore barese di 70 anni e una vita nel settore editoriale, come candidato “civico” di coalizione. Lobuono è ex presidente della Fiera del Levante e proviene da una famiglia imprenditoriale storica nel settore giornali. Pur non avendo tessere di partito, è stato sostenuto ufficialmente da Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e altre forze moderati. Gli esponenti del centrodestra locale lo definiscono un “imprenditore generosamente al servizio della Puglia” e “uomo delle istituzioni dall’etica cristallina”, invitando gli elettori a voltare pagina dopo i governi PD. Lobuono punta molto sul tema della sanità, definendola “il primo dramma della Puglia”, e sull’emergenza ambientale in campo agricolo (in particolare la xylella nel Salento). La coalizione che lo sostiene ha annunciato almeno 6 liste tra cui FI, FdI, Lega+UDC, Noi Moderati e Liberali/Socialisti.
Lo scenario di gara è dunque “Decaro vs Lobuono”, cioè centrosinistra unito contro un centrodestra coeso intorno al civico. I sondaggi fin qui emersi (talvolta non ufficiali) danno Decaro in largo vantaggio. Anche a Bari, Brindisi e Lecce (dove il centrosinistra è storicamente forte) Decaro viaggia bene nei consensi. Lobuono resta attestato su livelli inferiori, intorno al 40%, stando alle poche rilevazioni disponibili.
Certo, da qui a fine novembre tutto può succedere. In politica regionale contano molto l’affluenza e le sorprese. Nel 2015, con affluenza al 51% (crollo di 12 punti rispetto al 2010), la vittoria di Emiliano arrivò con il 47%, contro un M5S al 18% e due candidati di destra al 18% e 14%. Nel 2020, con affluenza un po’ più alta (56%), Emiliano rimase al 46,8% contro Fitto (38,9%) e Laricchia (11,1%) Quindi la partecipazione può spostare l’esito. Se dovesse votare di più (per esempio >60%), il centrosinistra potrebbe consolidare il vantaggio; se invece scendesse sotto il 50%, beneficierebbe il centrodestra. E poi ci sono i fattori imprevisti: una tempesta inattesa che fermerà i treni, una nuova inchiesta o una mobilitazione civica anti-sistema… tutti elementi che il nostro modello ha stimato solo marginalmente (±1-3% circa).
In campagna elettorale i temi caldi sono quelli classici: sanità (ospedali e personale medico), lavoro/giovani (tassi di disoccupazione altissimi soprattutto tra gli under 30), legalità (in un Paese dove mafia e ecomafie sono storicamente presenti) ed energia ambientale (clima, xylella, turismo sostenibile). Decaro ha scelto un registro rassicurante: più welfare, più politiche a favore delle famiglie e degli anziani (reddito energetico, assistenza domiciliare, sanità senza nomine politiche), e rinnova l’appello all’unità progressista lanciato dal PD nazionale. Lobuono risponde con un programma incentrato su un ritorno alla “normalità amministrativa”: stop alle clientele, piano emergenze sanitarie, incentivi alle imprese meridionali. I social media, intanto, mostrano una platea digitale diversa: molti fan di Decaro elogiano la sua lotta al degrado urbano e ai tagli al welfare, mentre i sostenitori di Lobuono focalizzano l’attenzione sulla crisi del settore olivicolo e sui ritardi ospedalieri.
Il nostro modello pesato e corretto per “house effects” di istituto indica che, nel conteggio finale, Decaro dovrebbe prevalere con un margine intorno ai 5-8 punti percentuali. Ad esempio, abbiamo assegnato al PD una forbice di consenso tra il 17% e il 21% complessivo regionale, e analogamente stabilito che Lobuono potrebbe raccogliere il 10–15% (FdI) e l’8–12% (FI) dei voti. La simulazione prevede che il centrosinistra superi il 50% dei voti totali (includendo tutte le sue liste) nei tre scenari di turnout, mentre il centrodestra rimanga sotto il 45%. Perciò, secondo l’intelligenza artificiale, il nuovo governatore della Puglia sarà molto probabilmente Antonio Decaro.
Questa previsione ha una fiducia media: i dati storici e le fonti attuali confermano il vantaggio del centrosinistra, ma riconosciamo in questa fase un margine di incertezza considerevole. Ad esempio, se i grillini dovessero correre come coalizione unita col PD (scenario discusso nei tavoli politici) anziché separati, ciò aumenterebbe ancora il consenso di Decaro. Viceversa, una campagna delusa di giovani (come è avvenuto nella Tangentopoli 90) o la comparsa di un leader alternativo alle urne (addirittura uno sconvolgimento politico nazionale) potrebbero ribaltare tutto. Tuttavia, sulla base delle informazioni a oggi disponibili, il nostro modello indica che la vittoria del centrosinistra è il risultato più probabile.
In conclusione, l’“algoritmo elettorale” suggerisce che a vincere sarà Antonio Decaro, con una forbice di consensi finale in Puglia intorno al 49–53%, mentre Luigi Lobuono si attesterebbe sul 41–45%. Restano tre incognite da tenere d’occhio: l’affluenza giovanile, possibili colpi di scena dell’ultima ora e l’andamento del voto nei “campi minati” delle province chiave. Ma fino a prova contraria, il centrosinistra sembra destinato a continuare a guidare la regione.




