“Con l’AI serviranno meno persone”: Amazon apre l’era dei tagli tecnologici

Il CEO Andy Jassy annuncia una rivoluzione guidata dall’intelligenza artificiale. Investimenti record e automazione avanzata ridisegneranno l’organico del colosso tech. Ma il futuro del lavoro è davvero più vicino o più fragile?

Amazon investirà nel 2025 cento miliardi di dollari per sviluppare tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, puntando soprattutto su agenti intelligenti capaci di svolgere compiti complessi in autonomia. Il CEO Andy Jassy, in una comunicazione interna ai dipendenti, è stato chiaro: “Con più IA, serviranno meno persone per certi ruoli”.

Efficienza sì, ma a che prezzo?

Jassy ha parlato di una trasformazione profonda del lavoro in Amazon: da un lato l’aumento dell’efficienza, dall’altro una riduzione dei ruoli tradizionali. “Ci sarà bisogno di meno persone in alcune aree e di più competenze in altre”, ha dichiarato, lasciando intendere che la ridefinizione dell’organico sarà inevitabile.

Negli ultimi anni, Amazon ha già licenziato oltre 27.000 persone e oggi conta circa 1,56 milioni di dipendenti, in calo rispetto al picco del 2021.

Agenti IA: i nuovi colleghi (o i nuovi sostituti)?

Gli agenti IA sono sistemi autonomi in grado di apprendere, decidere e interagire con l’ambiente. Amazon ha già creato oltre 1.000 applicazioni di questo tipo, e nel 2025 prevede un’espansione massiccia, sia a livello tecnologico che infrastrutturale, con nuovi data center e strumenti dedicati.

Non solo Amazon: un trend globale

Altri leader del settore tech si stanno muovendo nella stessa direzione:

  • BT Group prevede fino a 55.000 tagli entro fine decennio.
  • Duolingo ha sostituito collaboratori esterni con IA per attività ripetitive.
  • Shopify impone ai manager di giustificare ogni nuova assunzione rispetto all’uso dell’IA.
  • Anthropic prevede che entro cinque anni metà dei lavori d’ufficio di base potrebbero sparire.

Secondo Bloomberg Intelligence, nel settore bancario fino a 200.000 posti potrebbero essere rimpiazzati da sistemi di intelligenza artificiale.

IA e lavoro: evoluzione o sostituzione?

La domanda di fondo non è se l’intelligenza artificiale cambierà il mondo del lavoro — sta già accadendo. Il vero nodo è come lo farà.

L’intelligenza artificiale promette di liberare l’uomo da mansioni ripetitive, migliorare la produttività e generare nuove opportunità. Ma la transizione non sarà indolore. Chi perderà il posto sarà davvero accompagnato verso nuovi ruoli? Chi non ha accesso alla formazione tecnologica rischia di restare indietro?

Le parole di Andy Jassy hanno il merito della trasparenza, ma anche il peso della responsabilità. Serve una visione che vada oltre l’efficienza aziendale: politiche attive del lavoro, formazione accessibile e una riflessione etica profonda sul valore del lavoro umano.