In Albania la nuova ministra agli Appalti è un’IA: si chiama Diella e promette trasparenza

Una scelta rivoluzionaria o un’operazione di facciata? In Albania, il primo ministro Edi Rama ha annunciato l’ingresso nella squadra di governo di una ministra molto particolare: non è umana, ma un sistema di intelligenza artificiale. Si chiama Diella, che in albanese significa “sole”, ed è stata incaricata di gestire gli appalti pubblici, uno dei settori più esposti alla corruzione nel Paese.

Con il volto di una donna giovane, tratti rassicuranti, abiti tradizionali e voce cortese, Diella non è nuova al pubblico: da tempo compare sulla piattaforma e-Albania, portale digitale attraverso cui i cittadini accedono ai servizi pubblici. Ora però il suo ruolo si fa più delicato: dovrà analizzare le offerte per i contratti pubblici e garantire che ogni fondo speso sia tracciabile, trasparente, incorruttibile.


Un’IA al governo per combattere la corruzione

Il processo sarà graduale, ma l’obiettivo è fare dell’Albania un Paese in cui gli appalti pubblici siano al 100 per cento puliti”, ha dichiarato Rama, leader del Partito Socialista, presentando la “ministra digitale”. L’annuncio arriva in un contesto di crescita economica stabile – +3,5% previsto per il 2025 secondo il FMI – ma anche in un momento in cui la corruzione continua a rappresentare un freno pesante.

Secondo Transparency International, l’Albania è uno dei Paesi balcanici con i livelli più alti di corruzione, in particolare nel settore pubblico. E la Commissione Europea ha più volte sottolineato l’inefficacia delle misure adottate fino ad oggi, a causa anche di un sistema giudiziario debole e politicizzato.

L’introduzione di un’IA per vigilare sugli appalti punta a cambiare questa narrazione: algoritmi al posto di occhi umani, trasparenza al posto di favoritismi. Ma quanto è davvero realistica questa promessa?


Tante domande, poche risposte

Nonostante il clamore dell’annuncio, mancano ancora dettagli cruciali: non si conoscono le specifiche tecniche del sistema, il modello di intelligenza artificiale utilizzato, né i meccanismi di supervisione. Non è chiaro, ad esempio, chi controllerà Diella, né cosa accadrà se dovesse commettere errori o subire manipolazioni.

Anche la questione della responsabilità legale resta aperta: se un appalto dovesse rivelarsi corrotto o inefficiente, chi ne risponderà? L’IA? Il governo? E cosa accadrà ai funzionari pubblici che finora si occupavano di queste mansioni?


Precedenti e ambiguità politiche

Diella non è la prima IA adottata dal governo albanese. Già integrata su e-Albania, ha semplificato l’accesso ai servizi digitali per migliaia di cittadini. Ma la sua “promozione” a ministra segna un passo simbolico forte, che si inserisce in una strategia di comunicazione ambiziosa – e forse anche propagandistica.

Del resto, Rama non è nuovo a dichiarazioni suggestive. In passato ha perfino scherzato sull’idea di affidare il governo intero a un’intelligenza artificiale per garantire maggiore efficienza.

Va però ricordato che la lotta alla corruzione in Albania ha spesso subito battute d’arresto, anche per responsabilità dirette del governo: basti pensare alla controversa legge di amnistia approvata nel 2023, che ha ridotto le pene per diversi imputati coinvolti in indagini della struttura speciale anti-corruzione SPAK.


AI e governance: futuro o illusione?

Diella rappresenta un esperimento senza precedenti nei Balcani. È la prima volta che un capo di governo attribuisce formalmente una delega ministeriale a un sistema di intelligenza artificiale. Ma al di là dell’impatto mediatico, la sua reale efficacia si misurerà solo nei fatti: riuscirà davvero a ridurre la corruzione? Sarà in grado di resistere a pressioni, interferenze e vulnerabilità informatiche?

Intanto, sulla piattaforma e-Albania, Diella accoglie gli utenti con toni rassicuranti: “Grazie al mio instancabile lavoro come vostra assistente, sono stata scelta come Ministra. Ma non preoccupatevi: continuerò a essere al vostro servizio. Come posso esservi utile?