Da oggi, 26 maggio 2025, Meta – l’azienda madre di Facebook, Instagram e WhatsApp – inizierà ufficialmente a utilizzare i dati degli utenti europei per addestrare il proprio sistema di intelligenza artificiale generativa, Meta AI. Una scelta che ha sollevato un acceso dibattito in tutta Europa e che mette al centro il tema del controllo sui dati personali nell’era dell’IA.
Cosa succede da oggi
A partire da questa settimana, i contenuti pubblicati dagli utenti sui social dell’ecosistema Meta – post, foto, commenti e interazioni – potranno essere utilizzati per nutrire e migliorare le capacità della nuova intelligenza artificiale. E non si tratta solo di informazioni condivise consapevolmente: anche dati relativi a persone che non hanno mai avuto un account Meta potrebbero finire nei dataset, se pubblicati da altri utenti.
In pratica: se un amico ha postato una foto in cui comparite, o ha menzionato il vostro nome in un commento pubblico, queste informazioni potrebbero essere usate da Meta AI, anche se voi non avete mai aperto un profilo Facebook o Instagram.
Diritti degli utenti: come opporsi
Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati garantisce a ogni cittadino europeo il diritto di opporsi al trattamento dei propri dati personali. Meta ha previsto un modulo dedicato, accessibile tramite il Centro Privacy di Facebook, le impostazioni di Instagram o – per i non utenti – direttamente dal sito ufficiale dell’azienda.
Attenzione: il termine per inviare la richiesta di opposizione scade oggi, 26 maggio. Dopo questa data, anche in caso di accettazione della richiesta, sarà possibile impedire solo l’uso dei dati futuri. I contenuti già pubblicati resteranno disponibili per l’addestramento dell’intelligenza artificiale.
Una pratica controversa
La posizione di Meta è oggetto di valutazioni da parte di diverse autorità garanti della privacy europee. In particolare, il Garante italiano ha diffuso un comunicato per ricordare ai cittadini i propri diritti, sottolineando che la facoltà di opposizione riguarda anche altri sistemi di IA sviluppati da aziende come Google, OpenAI e DeepSeek.
Nonostante Meta abbia escluso esplicitamente i minorenni dal trattamento dei dati, restano dubbi sull’utilizzo indiretto di contenuti che li riguardano, come immagini e post pubblicati da adulti.
Le autorità stanno esaminando tre aspetti chiave:
- la validità legale dell’uso dei dati per finalità di addestramento dell’IA;
- l’effettiva efficacia del diritto di opposizione previsto;
- la coerenza tra l’uso attuale dei dati e le finalità originarie per cui sono stati raccolti.
Il nodo centrale: il controllo dei propri dati
La vicenda Meta solleva interrogativi cruciali sul futuro della privacy digitale: quanto controllo abbiamo davvero sulle informazioni che condividiamo online? E come si bilancia l’innovazione tecnologica con i diritti fondamentali delle persone?
Per chi non l’avesse ancora fatto, questi sono i link diretti ai moduli di opposizione: