Meta rifiuta il Codice Ue sull’IA: “Norme ambigue, rischio per l’innovazione”

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Meta ha annunciato che non firmerà il nuovo Codice di condotta europeo per i modelli di intelligenza artificiale a finalità generali (GPAI), presentato la scorsa settimana dalla Commissione Ue. La decisione è stata comunicata da Joel Kaplan, Chief Global Affairs Officer dell’azienda, che ha criticato l’approccio dell’Unione: “L’Europa sta imboccando la strada sbagliata in materia di AI”.

Che cos’è il Codice GPAI

Il Codice di condotta GPAI è un insieme di linee guida volontarie pensato per anticipare e facilitare l’entrata in vigore dell’AI Act. Il documento mira a promuovere la trasparenza, la sicurezza, la responsabilità e il rispetto del copyright nello sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale generativa, come GPT-4, Gemini e Grok.

Nonostante il carattere non vincolante, il Codice rappresenta un primo passo verso l’implementazione concreta dell’AI Act, che sarà pienamente applicabile entro due anni. Le disposizioni specifiche per i modelli GPAI entreranno in vigore già il 2 agosto 202

Le ragioni del “no” di Meta

Meta ha deciso di sfilarsi dal processo, dichiarando apertamente la propria contrarietà al Codice. Secondo Kaplan, le linee guida europee “introducono una serie di incertezze giuridiche per gli sviluppatori di modelli, nonché misure che vanno oltre quanto previsto dalla legge sull’IA”.

La principale preoccupazione di Meta riguarda l’impatto sullo sviluppo tecnologico: “Questa eccessiva portata rischia di bloccare l’innovazione e limitare la competitività delle imprese europee”, ha affermato Kaplan.

Il fronte delle aziende europee

Meta non è l’unica realtà ad aver sollevato dubbi. All’inizio di luglio, 44 grandi aziende europee – tra cui Bosch, Siemens, SAP, Airbus e BNP Paribas – hanno firmato una lettera indirizzata alla Commissione, chiedendo una pausa nell’attuazione dell’AI Act. Anche loro denunciano un approccio normativo considerato troppo rigido e penalizzante.

Kaplan ha dichiarato che Meta condivide le preoccupazioni espresse da queste aziende, sottolineando il rischio di ostacolare la crescita dell’ecosistema AI in Europa.

Le prossime tappe del Codice

Il Codice GPAI è stato elaborato con il contributo di oltre mille stakeholder e supervisionato da 13 esperti indipendenti. Dopo la pubblicazione della versione finale, prevista entro fine luglio, il testo sarà sottoposto all’approvazione formale del Consiglio per l’AI, che include rappresentanti degli Stati membri e l’Ufficio AI della Commissione.

La pubblicazione ufficiale dell’elenco dei firmatari è attesa per il 1° agosto 2025. OpenAI ha già anticipato la volontà di aderire, mentre altri attori come Anthropic e Mistral sono ancora in fase di valutazione.

Il nodo regolamentazione vs innovazione

Il dibattito tra regolatori europei e Big Tech è ormai entrato nel vivo. Da un lato, la Commissione difende con forza il Codice come strumento per garantire trasparenza e sicurezza nello sviluppo dell’IA. Dall’altro, le grandi piattaforme tecnologiche denunciano un eccesso di vincoli che, a loro avviso, rischia di rallentare l’adozione delle nuove tecnologie e mettere l’Europa in una posizione svantaggiata rispetto agli Stati Uniti e alla Cina.

La mancata adesione di Meta segna un passaggio cruciale. Sarà ora da vedere se prevarrà la linea della prudenza istituzionale o se il pressing delle aziende porterà a un ripensamento sul quadro normativo.