Un robot chirurgico ha eseguito per la prima volta un’operazione completa senza l’intervento diretto di un essere umano. Si chiama Srt-H ed è stato sviluppato da un team della Johns Hopkins University.
Basato sulla stessa architettura di apprendimento automatico che alimenta ChatGPT, Srt-H è un robot capace di interagire con i chirurghi tramite comandi vocali e di adattarsi ai feedback ricevuti in tempo reale.
“Il nostro lavoro dimostra che i modelli di intelligenza artificiale possono diventare abbastanza affidabili da gestire interventi chirurgici in modo autonomo. Un obiettivo che sembrava fantascienza, ma che oggi è realtà”, spiega Ji Woong ‘Brian’ Kim, autore principale dello studio e oggi alla Stanford University.
Come funziona il “dottor” Srt-H
Il robot ha imparato osservando video di interventi reali eseguiti da chirurghi esperti. Grazie a didascalie descrittive, Srt-H ha potuto associare ogni gesto e movimento ai diversi passaggi della procedura.
Il sistema aveva già sperimentato attività più semplici, come manipolare un ago, sollevare tessuti e suturare, ma questa volta la sfida era molto più complessa: rimuovere una cistifellea, un’operazione che richiede 17 passaggi in sequenza, tra cui identificare dotti e arterie, posizionare clip e recidere tessuti con precisione millimetrica.
Nonostante abbia impiegato più tempo di un chirurgo umano, il risultato è stato sorprendente: precisione del 100% e un esito comparabile a quello di un medico esperto.
Adattabilità e sicurezza
Per testare davvero le capacità autonome di Srt-H, i ricercatori hanno introdotto difficoltà aggiuntive: hanno cambiato la posizione di partenza del robot e alterato l’aspetto dei tessuti usando coloranti simili al sangue. Anche in queste condizioni, il robot è riuscito a completare l’intervento con successo.
“Proprio come un giovane chirurgo impara gradualmente le varie fasi di un’operazione, anche il robot è stato addestrato in modo modulare e progressivo”, racconta Jeff Jopling, chirurgo della Johns Hopkins e coautore dello studio.
E adesso?
Il prossimo passo del team è addestrare Srt-H per affrontare altre tipologie di interventi e avvicinarsi sempre di più all’obiettivo finale: un sistema in grado di eseguire operazioni chirurgiche completamente autonome.
Secondo Axel Krieger, uno dei ricercatori principali, questa è la prova che “è davvero possibile affidare anche interventi complessi ai robot in autonomia”.
Il futuro della chirurgia robotica è ormai alle porte: più preciso, modulare e — soprattutto — potenzialmente sempre più sicuro.