All’Italian Tech Week di Torino, Ursula von der Leyen ha presentato la nuova strategia europea sull’intelligenza artificiale. Una visione che punta a una terza via tra Stati Uniti e Cina: un modello fondato su regole chiare, indipendenza tecnologica e tutela dei diritti, ma capace anche di attrarre capitali e promuovere competitività industriale.
L’AI come terreno di sovranità economica e culturale
Nel suo intervento, la presidente della Commissione Europea ha ribadito che l’intelligenza artificiale non è solo una questione tecnologica, ma il terreno su cui si gioca la sovranità economica e culturale del continente.
“Un’intelligenza artificiale europea è essenziale per la nostra futura indipendenza”, ha ricordato, collegandosi idealmente al discorso sullo Stato dell’Unione del 10 settembre.
Von der Leyen conosce bene il mondo tech — negli anni ’90 ha vissuto a Palo Alto, nel cuore della Silicon Valley — e oggi si propone di tradurre quell’esperienza in una “Silicon Europe” dove l’innovazione si sviluppi senza sacrificare i diritti fondamentali.
L’AI Act: il modello europeo tra innovazione e tutele
L’AI Act, primo regolamento organico al mondo sull’intelligenza artificiale, rappresenta la spina dorsale del progetto europeo.
Basato su un approccio “risk-based”, stabilisce livelli di obblighi differenti a seconda dell’impatto dei sistemi di IA, con l’obiettivo di garantire sicurezza, trasparenza e responsabilità.
Ma l’Europa non vuole essere solo un regolatore: vuole anche dimostrare che diritti e innovazione possono convivere.
Nel confronto globale, mentre gli Stati Uniti lasciano spazio all’autoregolazione e la Cina al controllo politico, Bruxelles tenta una terza via — “human-centered” ma competitiva.
Il nodo degli investimenti: nasce “Scale-up Europe”
Nel suo discorso, von der Leyen ha sottolineato che l’Europa non manca di capitale, ma di strumenti per canalizzarlo verso l’innovazione.
Per questo nascerà un fondo multimiliardario “Scale-up Europe”, che investirà direttamente nei settori strategici: IA, tecnologie quantistiche e green tech.
L’obiettivo è creare un ecosistema di crescita che permetta alle startup europee di restare nel continente e scalare senza dover “attraversare l’oceano”.
“Voglio che il meglio dell’Europa scelga l’Europa”, ha detto. “Voglio che il futuro dell’intelligenza artificiale si realizzi qui, a casa nostra”.
Il “28° regime”: un mercato unico per l’innovazione
Un’altra proposta chiave è la creazione di un “28° regime”, cioè un quadro normativo unico e semplificato per le imprese innovative.
L’obiettivo è superare la frammentazione dei 27 ordinamenti nazionali, che spesso rende più facile a una startup europea espandersi negli Stati Uniti che in un altro Paese dell’Unione.
Il nuovo regime offrirà un set di regole omogenee “valide a Torino come a Lione, a Barcellona o a Monaco”, facilitando la scalabilità e riducendo la burocrazia.
“Apply AI”: la nuova strategia per diffondere l’intelligenza artificiale
Von der Leyen ha poi annunciato la prossima presentazione di “Apply AI”, una strategia basata sul principio AI First: davanti a ogni sfida, la prima domanda dovrà essere “come può aiutarci l’intelligenza artificiale?”.
Dalla medicina — diagnosi precoce e nuovi farmaci — all’industria automobilistica, l’obiettivo è diffondere soluzioni basate su IA in tutti i settori produttivi.
Particolare attenzione sarà dedicata all’automotive, simbolo dell’identità industriale europea.
“Perché non creare una rete di città europee dove testare le prime auto autonome? Sessanta sindaci italiani hanno già manifestato interesse. Facciamolo subito”, ha detto la presidente, immaginando una rinascita “made in Europe” del settore.
Torino, laboratorio europeo del futuro
La scelta di Torino come sede del discorso non è casuale: città manifatturiera per eccellenza, oggi ospita un ecosistema tecnologico in forte crescita, tra startup, università e centri di ricerca.
Durante la tre giorni dell’Italian Tech Week, accanto a Ursula von der Leyen si sono alternati Jeff Bezos, John Elkann, Niklas Zennström (Skype), Hélène Huby (The Exploration Company), Doug Leone e Luciana Lixandru (Sequoia Capital) e Luca Ferrari (Bending Spoons).
Un confronto che ha unito visioni industriali, capitali di rischio e casi di successo europei, mostrando come il vecchio continente possa ancora dire la sua nella competizione globale.
L’altra faccia dell’innovazione: proteste e contro-festival
Ma l’innovazione non è solo progresso e investimenti.
A Torino, in parallelo all’evento ufficiale, si è svolto il contro-festival Italian Tech Resistance, con cortei e manifestazioni studentesche contro la concentrazione di potere delle grandi piattaforme digitali.
Lo slogan “Blocchiamo Bezos”, in concomitanza con la presenza del fondatore di Amazon, ha ricordato che il dibattito sull’IA non può ignorare le dimensioni sociali e geopolitiche della tecnologia.
L’Europa vuole giocare la sua partita
Il messaggio finale di von der Leyen è stato chiaro e ambizioso: “Non risparmieremo sforzi per fare dell’Europa un continente dell’IA.”
La sfida è duplice: trasformare l’AI Act da norma a motore di crescita, e costruire un ecosistema in grado di far emergere talenti e imprese senza bisogno di guardare altrove.