La digitalizzazione sta cambiando profondamente il modo in cui ci spostiamo, ma è l’intelligenza artificiale a imprimere l’accelerazione più evidente. Sempre più italiani si affidano a strumenti intelligenti per pianificare viaggi, acquistare biglietti e vivere un’esperienza di mobilità più fluida, efficiente e personalizzata.
Nel 2024, il traffico passeggeri ferroviario in Italia ha raggiunto i 49 miliardi di passeggeri x chilometro, con un incremento del 6,7% rispetto all’anno precedente. Un dato che riflette sia gli effetti positivi della liberalizzazione del trasporto ferroviario, sia il ruolo crescente delle tecnologie digitali nel migliorare la qualità del servizio.
Dalle app all’AI: il viaggio diventa smart
Secondo la ricerca “IA e mobilità” condotta da Doxa per Trainline, il 91% degli italiani oggi si affida alla tecnologia per pianificare i propri spostamenti. L’utilizzo delle piattaforme digitali è diventato parte integrante dell’esperienza di viaggio: l’86% degli intervistati le utilizza regolarmente, con picchi tra i viaggiatori business, sia all’estero (40%) sia in Italia (36%).
Ma la vera novità del 2025 è il boom dell’AI generativa: il 29% degli italiani ha dichiarato di averla utilizzata per prenotare le vacanze estive, con un incremento del 77% rispetto all’anno precedente. Una tendenza che segna l’ingresso dell’intelligenza artificiale nella fase decisionale del viaggio, non solo nell’operatività.
Cosa vogliono gli utenti dalle piattaforme intelligenti
Oltre alla comodità, gli utenti cercano efficienza e risparmio. Il 51% afferma di aver speso meno grazie al confronto dei prezzi online, mentre il 29% dichiara di aver viaggiato di più grazie a offerte digitali personalizzate.
Le funzioni più richieste riguardano la combinazione di biglietti di operatori diversi (42%), la disponibilità di informazioni sulle coincidenze multimodali (20%) e l’invio di notifiche in tempo reale (17%). Inoltre, l’84% degli italiani ritiene fondamentale poter acquistare anche i biglietti del trasporto locale da un’unica piattaforma. Un’esigenza particolarmente sentita tra i viaggiatori tra i 45 e i 64 anni e da chi si muove per lavoro.
Anche il settore alberghiero investe in AI
La trasformazione digitale non riguarda solo il trasporto. Anche il settore dell’hospitality sta integrando soluzioni basate su AI per migliorare ogni fase dell’esperienza dell’ospite: dalla prenotazione al check-out, fino alla gestione dei pagamenti.
Come ha spiegato Michael Crawford, responsabile di Adyen per il settore viaggi, l’intelligenza artificiale permette di offrire esperienze di pagamento più fluide e personalizzate. Questo aspetto è diventato cruciale in un contesto in cui il 35% delle strutture ricettive italiane segnala un aumento dei tentativi di frode nei pagamenti online.
AI e sicurezza: l’altra faccia del viaggio intelligente
Per rispondere alle nuove minacce digitali, alcune piattaforme stanno adottando sistemi di prevenzione avanzati. È il caso di Adyen Uplift, che integra il modulo Protect: un algoritmo di rilevamento delle frodi basato su AI che ha già ridotto dell’86% i casi di falsi positivi, facilitando la prenotazione per gli utenti reali e ostacolando le transazioni sospette.
Sicurezza e fluidità sono ormai due facce della stessa medaglia. Senza protezione dei dati e affidabilità dei sistemi, il viaggio digitale rischia di perdere credibilità proprio nel momento in cui raggiunge la sua massima espansione.
Il futuro dei viaggi? Intelligente, ma anche regolato
L’intelligenza artificiale promette un’esperienza di viaggio più efficiente, economica e personalizzata. Ma per realizzare tutto il suo potenziale, è necessario accompagnare questa evoluzione con politiche di trasparenza, protezione dei dati e accessibilità per tutti.
Serve chiarezza su come vengono trattate le informazioni personali, garanzie per evitare abusi algoritmici e strumenti capaci di includere anche chi ha meno familiarità con la tecnologia. L’AI non è un fine, ma un mezzo: se ben governata, può rendere ogni spostamento più semplice e intelligente. Ma senza le giuste tutele, rischia di creare nuove disuguaglianze digitali.