Elezioni regionali Toscana 2025: l’IA annuncia una vittoria sicura per Giani

Le elezioni regionali dell’autunno 2025 hanno assunto i contorni di un vero e proprio banco di prova politico sotto forma di spezzatino che annuncerà i successivi appuntamenti elettorali. Prima le Marche (28-29 settembre), poi la Calabria (5-6 ottobre) e infine la Toscana (12-13 ottobre). Tre appuntamenti ravvicinati che, messi insieme, offrono una fotografia nitida dello stato di salute delle coalizioni e del sistema politico italiano. Poi, nel mese di novembre, si passerà a Campania, Veneto e Puglia (23 e 24 novembre). E l’Intelligenza artificiale si sta ritagliando un ruolo sempre più rilevante nell’analisi dei flussi di dati, nelle previsioni, nei sondaggi e complessivamente nello studio della politica.

Per il centrodestra, le Marche sono il fortino da difendere dopo averle sottratte dopo una lunga egemonia al centrosinistra; la Calabria il banco di prova meridionale con Roberto Occhiuto che ha scompaginato con le dimissioni improvvise; la Toscana, invece, è la sfida più simbolica per il centrosinistra, che qui vuole certificare la solidità del “campo largo”. È in questo contesto che la Toscana diventa decisiva non tanto per l’incertezza dell’esito – i sondaggi parlano chiaro – quanto per il suo valore politico nazionale. Il centrosinistra è, invece, alla prima vera prova di campo largo che in Calabria è diventato larghissimo comprendendo anche i transfughi calendiani come dimostra la composizione delle liste che abbiamo già analizzato su Tgwebai, che potrebbe anche sovvertire il pronostico iniziale.

Toscana 2025: la sfida che non c’è?

Le elezioni regionali in Toscana del prossimo ottobre si presentano con un tratto distintivo: l’apparente mancanza di suspense. I sondaggi degli ultimi mesi parlano chiaro: Eugenio Giani, presidente uscente sostenuto dal centrosinistra allargato ai 5 Stelle, è dato stabilmente sopra la soglia del 55%. Alberto Tomasi, sindaco di Pistoia e candidato del centrodestra, oscilla tra il 37 e il 40%. Un margine tale da lasciare poco spazio a ribaltoni.

Il precedente del 2020 e l’eredità di Giani

Nel 2020 la Toscana fu una delle regioni simbolo della tenuta del centrosinistra: Giani vinse con il 48,6%, Ceccardi si fermò al 40,5%. Fu un successo sofferto, con un’affluenza alta (oltre il 62%). Da allora, il presidente uscente ha consolidato la propria immagine, tanto da presentarsi oggi con un vantaggio più ampio di cinque anni fa.

I numeri dei sondaggi: un vantaggio solido

Dal marzo 2025 a oggi, tutti i sondaggi hanno fotografato uno scenario chiaro: Giani in vantaggio netto. EMG, Noto, YouTrend, QN: cambiano gli istituti, non cambia il responso. L’ultimo rilevamento Noto accredita Giani al 58% e Tomasi al 40,5%. In media, il campo largo di centrosinistra supera il centrodestra di almeno 15 punti.

Lenti d’ingrandimento: turnout e variabili possibili

Due variabili restano aperte: l’affluenza e la coesione delle coalizioni. La Toscana del 2025 rischia di vedere una partecipazione più bassa rispetto al 2020: le stime parlano di un 50–55%. Una dinamica che, in teoria, potrebbe favorire il centrodestra. Ma il distacco nei sondaggi è talmente ampio che anche con un calo della partecipazione il risultato finale non sembra in discussione.

Il contributo dell’IA: criteri e metodi adottati

Per stimare le probabilità di vittoria abbiamo messo i dati sotto la lente di modelli predittivi di intelligenza artificiale.

  • Modelli utilizzati: regressione logistica e Random Forest, in grado di stimare la probabilità di vittoria sulla base di più variabili.
  • Dati considerati: medie dei sondaggi ufficiali 2025, risultati storici delle elezioni 2020, stime di affluenza, distribuzione territoriale dei voti.
  • Simulazioni Monte Carlo: abbiamo variato i margini d’errore dei sondaggi (±3–4%) e diversi scenari di turnout (dal 45% al 65%).
  • Fattori correttivi: peso storico del voto toscano (tendenzialmente progressista), solidità delle coalizioni, comportamento degli elettori incerti.

Risultato: in tutte le simulazioni Giani mantiene un margine ampio. La probabilità di vittoria stimata supera il 95%, con picchi vicini al 99% negli scenari più realistici.

Una partita politica che pesa oltre la Toscana

Per il centrosinistra, vincere nettamente significherebbe consolidare l’esperimento del “campo largo” come modello nazionale. Per il centrodestra, invece, la sconfitta ridimensionerebbe l’idea di un’onda lunga dopo il successo alle Europee 2024, certificando che in alcune regioni storiche il muro rosso resiste ancora.

L’Ai entra ormai a pieno diritto nell’analisi politica

Tutto lascia pensare che il 2025 non sarà il 2020. Allora il centrosinistra tremò, oggi corre con un margine di sicurezza che appare inattaccabile. L’unico vero interrogativo non è “chi vincerà”, ma con quale distacco. Se i dati non tradiranno, ottobre consegnerà a Giani un secondo mandato blindato e al centrosinistra un laboratorio politico che potrebbe segnare il futuro della sinistra italiana.

In questo scenario, la novità più interessante non è tanto il risultato – già scritto – quanto il metodo: l’intelligenza artificiale entra a pieno titolo anche nell’analisi politica, offrendo strumenti predittivi che rendono più trasparente e verificabile il dibattito democratico.