Intelligenza artificiale: l’Ue apre consultazione per linee guida e Codice condotta su trasparenza

L’intelligenza artificiale generativa sta trasformando radicalmente il modo in cui produciamo e consumiamo contenuti. Ma cosa succede quando un video è creato da un algoritmo, una voce è sintetica o un testo è scritto da una macchina e nessuno ce lo dice? Il rischio di manipolazione, disinformazione e perdita di fiducia è concreto. Per questo l’Unione Europea, con l’AI Act, ha deciso di intervenire.

Dal 2 agosto 2026 i nuovi obblighi

Dal 1° agosto 2024 è entrato in vigore il nuovo regolamento europeo sull’intelligenza artificiale. Ma è a partire dal 2 agosto 2026 che entreranno in vigore gli obblighi di trasparenza: chi sviluppa o utilizza sistemi di IA dovrà informare chiaramente gli utenti ogni volta che interagiscono con un’intelligenza artificiale. Sarà obbligatorio etichettare contenuti generati o modificati da IA – che si tratti di testi, immagini, video o audio – e segnalare l’uso di tecnologie più invasive come il riconoscimento delle emozioni o la categorizzazione biometrica.

La consultazione pubblica

In questo contesto, la Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica per definire nel dettaglio come applicare questi obblighi e costruire un Codice di condotta condiviso. La partecipazione è aperta a fornitori di sistemi di IA generativa e interattiva, aziende pubbliche e private che utilizzano tecnologie biometriche, esperti del mondo accademico, organizzazioni della società civile, autorità di controllo e, soprattutto, ai cittadini.

L’obiettivo è duplice: da un lato, raccogliere opinioni, esperienze e criticità dal mondo reale; dall’altro, anticipare l’applicazione delle norme con linee guida operative e principi etici che aiutino ad armonizzare le pratiche tra Stati membri. La consultazione resterà aperta fino al 2 ottobre 2025, data entro la quale sarà possibile anche manifestare interesse a partecipare direttamente alla redazione del Codice.

Obiettivo trasparenza

Non è solo un passaggio tecnico, ma un momento chiave in cui l’Europa chiama a raccolta tutte le voci per costruire un equilibrio tra innovazione e diritti fondamentali. Perché la trasparenza non è un dettaglio: è la base per un uso democratico, sicuro e consapevole dell’intelligenza artificiale.

Chi produce o implementa sistemi di IA non potrà più nascondersi dietro la neutralità tecnologica. E chi li utilizza – cittadini, aziende, istituzioni – dovrà poter sapere con chiarezza se ha davanti una persona o una macchina, un contenuto autentico o generato artificialmente. È questa la vera sfida: culturale, prima ancora che tecnica.