L’allarme sul potere delle piattaforme
Il Garante per la protezione dei dati personali, Pasquale Stanzione, ha lanciato un forte monito durante la presentazione della Relazione annuale 2024: le normative europee rappresentano un argine fondamentale contro il potere illimitato delle piattaforme digitali. Senza regole chiare, algoritmi e IA rischiano di minacciare la sicurezza, la privacy e persino la democrazia stessa, alimentando disinformazione, deepfake e distorsioni della realtà che possono compromettere il processo democratico. Stanzione ha citato il pericolo di un “suddito ideale” che non distingue più tra vero e falso, un rischio amplificato dall’uso irresponsabile delle tecnologie.
Il ruolo centrale dell’Europa
L’approccio umanocentrico europeo, pur migliorabile, si conferma il più coerente con una democrazia basata sui diritti della persona. Il GDPR e il nuovo AI Act europeo sono strumenti essenziali per garantire la supervisione umana continua e prevenire abusi come la profilazione invasiva, la selezione o alterazione dei contenuti e la manipolazione delle opinioni pubbliche. Inoltre, l’Europa ha introdotto norme che impongono verifiche periodiche sul rischio per i diritti umani legato all’uso delle tecnologie, consolidando così una sovranità digitale fondata sulla responsabilità.
IA e geopolitica dei dati
Il Garante ha evidenziato come i dati personali stiano ridefinendo la sovranità e il confine tra pubblico e privato, trasformandosi in un potente strumento geopolitico. L’Europa ha risposto con strategie come il “cloud repatriation”, che mira a ridurre la dipendenza dalle big tech americane e a riportare il controllo dei dati nel continente. Il regolamento sul targeting politico rappresenta un passo decisivo per evitare che la profilazione e la selezione personalizzata dei contenuti alterino le fondamenta democratiche, riconoscendo un ruolo sempre più centrale alle autorità di protezione dei dati.
Il G7 Privacy e la nuova governance globale
Il 2024 ha visto una forte attività internazionale del Garante, con 280 riunioni, molte delle quali in presenza. Particolarmente rilevante è stato il G7 Privacy a presidenza italiana, dove il rapporto tra IA e diritti umani è stato al centro del dibattito, soprattutto alla luce dell’entrata in vigore dell’AI Act europeo. Durante la Tavola rotonda delle autorità privacy, è emersa la necessità di armonizzare le regole per bilanciare innovazione tecnologica e tutela delle libertà fondamentali. La firma della Convenzione-quadro sull’intelligenza artificiale segna un passo storico, configurandosi come il primo trattato internazionale giuridicamente vincolante che regola IA, diritti umani, democrazia e stato di diritto.
Verso un’Europa digitale più sicura e autonoma
Nel 2024, il Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB) ha consolidato la sua funzione di guida interpretativa, con pareri importanti su temi come il riutilizzo dei dati per l’addestramento dei modelli IA, il riconoscimento facciale e i modelli di business “pay or ok”. Parallelamente, il numero crescente di sentenze della Corte di giustizia dell’UE ha contribuito a chiarire i confini della protezione dei dati, confermando la centralità della dimensione sovranazionale. La strategia digitale europea, con l’attuazione di normative come il Digital Governance Act e il Digital Markets Act, rafforza l’obiettivo di un ecosistema digitale più sicuro, competitivo e rispettoso dei diritti.
Con queste sfide, la protezione dei dati si conferma non solo come strumento di tutela individuale, ma come garanzia essenziale per preservare la democrazia e costruire un futuro digitale fondato su trasparenza, responsabilità e centralità della persona.