Dal 29 agosto 2025 spedire un pacco dall’Italia agli Stati Uniti non è più un’azione di routine. È diventato un gesto carico di conseguenze politiche ed economiche. La decisione dell’amministrazione Trump di eliminare l’esenzione doganale per i pacchi di valore inferiore a 800 dollari — il cosiddetto regime “de minimis” — colpisce al cuore migliaia di piccole e medie imprese italiane che usano l’e-commerce per esportare.
La fine della convenienza
Fino a ieri, un prodotto da 50 o 300 euro poteva arrivare negli USA senza oneri doganali. Oggi, su quello stesso pacco possono gravare dazi tra gli 80 e i 200 dollari, oppure tariffe “ad valorem”. Il prezzo finale può raddoppiare, se non triplicare. Risultato? Il cliente americano si disinnamora del made in Italy. E non solo per il costo: anche per la confusione.
Le prime conseguenze non si sono fatte attendere: Poste Italiane e altri operatori europei hanno sospeso le spedizioni verso gli USA. Non è chiaro come vadano pagati i dazi, chi debba pagarli e con quali modalità. In questo vuoto normativo, le imprese italiane rischiano di perdere fiducia, clienti e competitività.
Chi ci rimette davvero
Non sono i colossi della logistica o i brand con magazzini americani a soffrire. A rimetterci sono gli artigiani, i piccoli brand, le PMI che vendono moda, cosmetici, design. Quelle realtà che nell’e-commerce avevano trovato un’uscita d’emergenza dopo la pandemia, e che oggi vedono quella porta richiudersi.
E quando il cliente americano si ritrova a pagare dazi imprevisti o riceve una notifica di spedizione sospesa, difficilmente tornerà. La reputazione, nell’e-commerce, è tutto. E si costruisce con fiducia, non con sorprese alla dogana.
Cosa possono fare le imprese
Restare immobili è un lusso che le imprese italiane non possono permettersi. Serve una strategia rapida e strutturata:
- Comunicazione trasparente: indicare chiaramente sul sito e al checkout se i dazi sono inclusi o a carico del destinatario.
- Incoterms consapevoli: il DDP (Delivered Duty Paid) è più oneroso, ma tutela il cliente.
- Logistica alternativa: valutare magazzini o partner locali negli USA per evitare la dogana.
E l’Europa?
Il sistema Paese deve fare la sua parte. Non è accettabile che le PMI europee siano lasciate sole davanti a una misura che penalizza il commercio digitale internazionale. Serve un’azione diplomatica dell’Unione Europea, forte e immediata. Perché questa non è solo una questione economica, ma di principio.
Un precedente pericoloso
La mossa americana rischia di creare un precedente. Se altri Paesi seguiranno l’esempio, l’e-commerce globale diventerà una giungla di tariffe e regolamenti. E, come sempre, a pagare saranno le economie più fragili, le imprese più piccole e i consumatori meno informati.
In un’epoca in cui si parla di globalizzazione intelligente e commercio sostenibile, alzare nuove barriere è una scelta miope. La digitalizzazione ha reso il mondo un mercato accessibile a tutti. Ma basta un decreto per richiuderlo.