Intelligenza artificiale, entro ottobre definire le prime policy in ottemperanza alle linee guida del Ministero

Da ottobre, l’intelligenza artificiale entra ufficialmente nella vita quotidiana delle scuole italiane. Dopo mesi di sperimentazioni e dibattiti, inizia l’attuazione delle Linee guida per l’introduzione dell’IA nelle istituzioni scolastiche emanate dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (Decreto Ministeriale n. 166 del 9 agosto 2025).
Il documento – la prima cornice organica dedicata al tema – definisce obiettivi, principi e strumenti operativi per un uso responsabile e consapevole dell’intelligenza artificiale in ambito educativo.

Dalle linee guida alle policy interne

Le linee guida segnano un passaggio di fase: da un approccio esplorativo, affidato alla buona volontà dei singoli istituti, a un quadro di riferimento nazionale che punta a integrare l’IA nella progettazione didattica, nella gestione dei dati e nell’organizzazione scolastica.
In parallelo, il Ministero ha attivato sulla piattaforma digitale UNICA uno spazio dedicato alla condivisione di materiali, progetti e modelli di policy, dove le scuole potranno confrontarsi e scaricare le risorse utili alla redazione dei propri piani interni.

Ogni scuola dovrà avere una policy sull’IA

La novità principale è proprio questa: ogni istituzione scolastica sarà chiamata a elaborare una propria policy sull’intelligenza artificiale, un documento che traduca i principi generali in scelte operative.
Le indicazioni ministeriali insistono sulla centralità della persona, sulla trasparenza degli algoritmi, sulla tutela dei minori e sul diritto alla supervisione umana.
Ma invitano anche a un cambio culturale: non basta “introdurre” l’IA, bisogna capirla, governarla e adattarla al contesto educativo. La scuola, in altre parole, non deve essere un semplice luogo di sperimentazione tecnologica, bensì un soggetto capace di definire regole, limiti e finalità.

Scadenze e prime applicazioni

Il calendario è serrato: entro ottobre, gli istituti dovranno predisporre le prime policy di base, con il supporto dei team digitali e dei dirigenti scolastici.
L’obiettivo è arrivare all’anno scolastico 2025-2026 con una cornice condivisa che permetta di valutare, in modo omogeneo, l’impatto delle nuove tecnologie sull’apprendimento e sull’organizzazione.
Per alcune scuole pilota è previsto anche un monitoraggio nazionale, con il compito di individuare buone pratiche e criticità da correggere nelle versioni successive delle linee guida.

I dubbi dei dirigenti

Restano tuttavia diversi interrogativi. Molti dirigenti e docenti lamentano l’assenza di strumenti operativi realmente pronti: mancano piattaforme didattiche certificate, percorsi formativi mirati e indicazioni specifiche su come bilanciare l’uso dell’IA con la tutela dei dati sensibili.
C’è chi teme che la velocità dell’attuazione rischi di accentuare le disuguaglianze tra scuole già digitalmente attrezzate e istituti con meno risorse o competenze.
Altri osservatori sottolineano invece la necessità di leggere il documento come un punto di partenza, non di arrivo: un quadro di principi destinato a evolvere con il contributo delle comunità educanti.

L’equilibrio tra tecnologia e umanità

La direzione è chiara. L’intelligenza artificiale non deve sostituire l’insegnante, ma ampliare le sue possibilità. L’elemento umano, la capacità di interpretare, di scegliere, di guidare, restano il centro dell’esperienza scolastica.
E proprio su questo equilibrio si giocherà la partita dei prossimi mesi. La scuola italiana entra in una nuova stagione, chiamata a conciliare innovazione e responsabilità. La sfida, ancora una volta, non sarà soltanto tecnologica ma culturale: trasformare le policy in pratica quotidiana e fare dell’IA non uno strumento di moda, ma una leva di crescita per tutta la comunità educativa.