False recensioni online, l’Italia approva la prima legge in Europa che integra il Digital Services Act

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L’Italia fa da apripista in Europa nella lotta alle recensioni online ingannevoli. Il Senato ha approvato in via definitiva la legge annuale sulle piccole e medie imprese, che introduce per la prima volta in modo organico una disciplina nazionale contro le false recensioni su piattaforme e siti di viaggio, ristorazione e ospitalità.

Una norma che arriva dopo mesi di confronto con Bruxelles e che sarà un banco di prova per la convivenza tra diritto interno e Digital Services Act (DSA), il regolamento europeo che definisce le regole comuni per la responsabilità delle piattaforme digitali.

Recensioni lecite solo se reali, verificate e recenti

La nuova legge stabilisce che una recensione online è lecita solo se rilasciata da chi ha realmente usufruito del servizio e non oltre 30 giorni dall’esperienza. Sono vietate le recensioni a pagamento o incentivate, anche sotto forma di sconti o benefit, e ogni piattaforma dovrà poter dimostrare la tracciabilità dell’autore.

Il testo prevede inoltre che le recensioni “verificate”, ossia associate a una prova d’acquisto o documento fiscale, si presumano autentiche, mentre quelle più vecchie di due anni perdono validità per mancanza di attualità. Una misura che punta a tutelare gli utenti da valutazioni datate e poco affidabili, ma che Bruxelles ha invitato l’Italia a calibrare con cautela per non violare il principio di armonizzazione massima del DSA.

AGCOM e Antitrust in campo

La riforma ridisegna anche la catena delle competenze. L’AGCOM, in qualità di coordinatore nazionale per i servizi digitali, dovrà emanare un regolamento sui codici di condotta per le piattaforme di recensioni, mentre l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM) potrà sanzionare comportamenti scorretti o fraudolenti ai sensi del Codice del consumo.

L’obiettivo è duplice: impedire la manipolazione delle opinioni online e garantire che i punteggi e le valutazioni visibili su motori di ricerca, marketplace e social network riflettano esperienze reali.

Bruxelles osserva, il DSA detta i confini

Il provvedimento era stato notificato a giugno alla Commissione europea secondo la procedura TRIS, proprio per verificarne la compatibilità con il DSA. Nelle sue osservazioni, Bruxelles ha chiesto chiarimenti su alcuni punti chiave: il limite temporale di due anni per la rimozione delle recensioni non più attuali; il rischio di cancellare solo le recensioni negative, alterando il rating complessivo; l’uso delle linee guida dell’Antitrust come strumento potenzialmente sovrapposto al diritto europeo.

La Commissione ha accolto la versione finale del testo dopo che il Governo italiano ha modificato le parti più critiche, chiarendo che la rimozione avverrà solo nel rispetto delle modalità previste dall’articolo 16 del DSA.

Un passo politico e tecnologico

Per il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, la legge segna un punto di equilibrio tra tutela del consumatore digitale e sovranità regolatoria nazionale. Il rischio di “reputazione artificiale”, infatti, è ormai un tema sistemico: un ristorante o un hotel possono essere danneggiati da pochi commenti falsi generati da AI o acquistati online, mentre i motori di raccomandazione continuano a influenzare milioni di utenti ogni giorno.

Con questa norma, l’Italia tenta di stabilire un principio: nel nuovo ecosistema digitale, la veridicità è una questione economica oltre che etica.

Il precedente europeo

Nessun altro Paese UE aveva finora introdotto una legge nazionale dedicata alle recensioni online. Il caso italiano, primo tentativo di coabitazione tra diritto interno e DSA, potrebbe quindi diventare un modello di riferimento per la Commissione e per le future linee guida europee sulla trasparenza algoritmica.

Un piccolo passo per la tutela del consumatore, ma un grande test per capire se le regole dell’economia digitale possono davvero funzionare in un quadro di responsabilità condivisa tra Stati, piattaforme e utenti.